Nel solco del pensiero di Paul H. Appleby, che vedeva nell’agire amministrativo il terreno fertile dove i valori democratici diventano prassi quotidiana, la transizione digitale rappresenta oggi una delle sfide più complesse e decisive per il futuro della nostra Pubblica Amministrazione. Non si tratta di un mero adeguamento tecnologico, ma di un bivio cruciale che interroga la natura stessa del servizio pubblico: la digitalizzazione sarà uno strumento per rafforzare la responsabilità, l’equità e la vicinanza al cittadino, o rischia di trasformarsi in una nuova forma di burocrazia, più rapida ma non per questo più giusta? In questo contesto, il Centro Studi è lieto di presentare la ricerca “La Transizione Digitale nei Piccoli Comuni Italiani: Stato dell’Arte, Conformità al CAD e Sfide Strutturali”. Il documento offre una fotografia dettagliata e basata sui dati dello sforzo di modernizzazione in atto nel cuore più capillare e fragile del nostro sistema istituzionale: i comuni con meno di 10.000 abitanti , che costituiscono circa il 70% del totale dei municipi italiani.


Un’Analisi tra opportunità e criticità strutturali

L’analisi parte dall’imponente spinta impressa dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che ha agito come un potente “catalizzatore standardizzante” , portando a un’adesione senza precedenti alle piattaforme abilitanti nazionali (SPID/CIE, pagoPA, App IO) e alla migrazione verso il Cloud.

Tuttavia, al di là dei successi quantitativi, la ricerca fa emergere le profonde criticità sistemiche che minacciano la sostenibilità e la qualità stessa di questa trasformazione. Le barriere non sono tecnologiche, ma umane, organizzative e infrastrutturali:

  • L’emergenza umana: una cronica “carenza di competenze e di personale tecnico” , con una mancanza di personale che nei comuni più piccoli supera il 50%, rende quasi impossibile governare processi complessi e dialogare alla pari con i fornitori.
  • Il depotenziamento dei ruoli chiave: la figura del Responsabile per la Transizione al Digitale (RTD), che dovrebbe essere il motore del cambiamento , è spesso ridotta a un “ruolo formale, potere sostanziale nullo”. I dati mostrano come solo nel 16% dei comuni l’RTD abbia un profilo tecnico-informatico , mentre nel 27,8% dei casi il ruolo ricade sul Segretario Comunale, figura apicale ma priva delle competenze specifiche necessarie.
  • La complessità procedurale: la digitalizzazione, anziché semplificare, a volte introduce nuovi oneri. L’esempio della digitalizzazione degli appalti pubblici ha mostrato come procedure pensate a livello centrale possano creare rigidità e lungaggini che si scontrano con l’organizzazione flessibile dei piccoli uffici.
  • Il divario infrastrutturale: la transizione è frenata dalla qualità inadeguata della connessione di rete. Oltre l’80% degli enti con meno di 5.000 abitanti ha una connettività inferiore a 100 Mbps, del tutto insufficiente per supportare un’operatività basata su servizi cloud.

Oltre l’adempimento: per una Digitalizzazione al servizio della Democrazia

L’imponente sforzo di modernizzazione sta creando amministratori più consapevoli o meri esecutori di procedure standardizzate? Il rischio, evidenziato dalla ricerca, è quello di generare un “gap di conformità strutturale”, dove l’adeguamento alle norme diventa un esercizio formale che non si traduce in un reale miglioramento dei servizi né in un rafforzamento del rapporto di fiducia con i cittadini.

Questa ricerca, pertanto, non è solo un rapporto tecnico. È uno strumento di riflessione critica che invita a interrogarsi sul significato profondo del lavoro pubblico nell’era digitale. Le soluzioni proposte, come la gestione associata come leva strategica e la creazione di centri di competenza territoriali, vanno nella direzione auspicata da Appleby: costruire un’amministrazione capace, consapevole e orientata al bene comune.

Invitiamo ricercatori, amministratori e cittadini a esplorare l’analisi completa, per contribuire a un dibattito che è essenziale per il futuro della nostra democrazia. Di seguito il link (ORCID CODE: 0009-0004-0295-0744): https://orcid.org/0009-0004-0295-0744